Il Museo è inserito nel Cascinale dei Nobili, un’antica struttura agricola caratterizzata da cinque chiesette (collocate in ordine decrescente e per questo dette “chiesette matrioska”), ampi cortili e porticati, arredata da una galleria di carri e attrezzi agricoli. Il percorso museale si sviluppa al primo piano seguendo le quattro stagioni, con un allestimento scenografico e diverse postazioni audiovideo, tattili e di realtà aumentata.

IL PERCORSO
Il percorso museale è composto da tre parti ben distinte ma che insieme costituiscono quell’affascinante connubio tra storia, memoria, tradizioni e attualità che descrivono lo spirito con cui il museo è nato: “Memoria di terra e di fatica”, raccontare alle nuove generazioni come si lavoravano le terre di risaia nei secoloi scorsi, raccontare come queste terre e la coltivazione del riso siano in continua trasformazione.

E’ sotto il grande portico che inizia il percorso multimediale, guidato dalla voce del“caminant”all’interno di una sorta di macchina del tempo: il vagabondo cantastorie tuttofare che fino una cinquantina di anni fa se ne andava per villaggi e cascine della Bassa Novarese a raccontare storie e a tramandare memorie, narra infatti la storia di un intero anno di lavoro in mezzo ai campi, lo scorrere delle stagioni, la fatica dei contadini, gli attrezzi, le pratiche colturali, le usanze, le canzoni, la vita di tutti i giorni. Il percorso si sviluppa al primo piano del cascinale e parte dalle atmosfere ovattate e dai rumori tipici dell’inverno per arrivare all’acqua, che caratterizza il paesaggio in primavera, periodo di semina. Qui non possono mancare le mondine, con le loro storie, le loro canzoni, i loro volti. Proprio loro accompagneranno il visitatore nel cambio di colore delle terre di risaia: dal verde smeraldo del riso cresciuto in estate all’oro dell’inizio dell’autunno, quando i campi sono maturi. Per gli amanti della tecnologia l’intero percorso è costellato di postazioni di realtà aumentata dove fare approfondimenti sulla coltivazione del riso oggi, attorno a Casalbeltrame, e dove scoprire le nuove varietà di risi pigmentati e aromatici caratteristici di questo borgo a metà strada tra Novara e Vercelli.

A tutto questo si affianca una seconda parte di esposizione, più tradizionale, con una galleria di carri e attrezzi ed esempi più o meno moderni di macchine per la lavorazione del riso. Proprio in questa sezione si può vedere ciò che ha dato il nome al museo: “‘L çivel” altro non è che un semplice ma importante oggetto, il fermo per la ruota dei carri, chiamato in modo diverso di cascina in cascina e quindi, con questo nome, segno inconfondibile di Casalbeltrame.

Le guide museali sono poi sempre a disposizione per completare la visita con una terza e non meno importante parte: la risaia di oggi. Con semplici e brevi passeggiate ci si ritrova infatti immersi nel “mare a quadretti” delle risaie allagate in primavera o nel verde vivissimo del riso estivo o ancora nel forte color dell’oro dei campi in autunno. Ma sempre in pochissimi passi si raggiungono anche le aziende agricole che ancora oggi coltivano il riso a Casalbeltrame e nei dintorni: proprio qui dalla viva voce dei produttori è possibile comprendere quanto di moderno e insieme tradizionale abbia la coltivazione del riso oggi.

LA DIDATTICA